Che cos'è il linfedema
Il linfedema - da non confondersi con il gonfiore che si osserva dopo un intervento chirurgico, destinato a scomparire gradualmente - è una patologia che si manifesta con un gonfiore dovuto ad un accumulo di linfa nei tessuti. Può interessare un braccio (dopo chirurgia e/o radioterapia per tumore della mammella con interessamento dell’ascella) o una gamba (ad esempio dopo chirurgia e/o radioterapia ai linfonodi inguinali per tumori ginecologici - utero, cervice, ovaio o vulva - o a causa di un melanoma) e talvolta anche altre parti del corpo se i linfonodi (regionali) sono stati asportati chirurgicamente o sottoposti alla radioterapia, oppure sono ostruiti dal tumore. Se i linfonodi o i vasi linfatici sono compromessi o ostruiti, la linfa non può defluire correttamente. Di conseguenza ristagna nei tessuti e causa il gonfiore.
Esempi di linfedema del braccio e della gamba

Poiché, come detto, la genesi può avvenire a distanza di settimane o mesi o anni è difficile reperire un dato statistico preciso. Spesso vi è anche la difficoltà per il paziente, che, se non consapevole di quello che sta avvenendo, non ha immediati punti di riferimento per una diagnosi e, soprattutto, per una corretta terapia.
Tale gonfiore può essere spesso notevolmente attenuato, soprattutto se la diagnosi è tempestiva, e può essere tenuto sotto controllo attraverso terapie specifiche e con l’adozione di alcune semplici norme comportamentali. Tuttavia, il linfedema non guarisce mai completamente perché le cause sono irreversibili. Imparare a gestirlo e a riconoscerlo è, quindi, una parte importante del trattamento.
Le cause del linfedema
Il linfedema correlato alla presenza di un tumore (di tipo, quindi, secondario) è causato sempre dai trattamenti o dalla malattia.
La chirurgia per l’asportazione dei linfonodi (linfadenectomia) può influire sul funzionamento del sistema linfatico, causando un accumulo di linfa nell’area interessata.
La radioterapia estesa sui distretti linfonodali può danneggiare l’area interessata determinando il malfunzionamento dei linfonodi e la formazione di un tessuto cicatriziale che ostruisce il flusso della linfa.
Le cellule tumorali che si diffondono ai linfonodi possono ostruire i vasi linfatici, causando un accumulo di linfa.
Un tumore adiacente che comprime i vasi linfatici può bloccare i linfonodi più vicini. Ciò avviene soprattutto dopo gli interventi chirurgici per tumore della mammella con asportazione dei linfonodi ascellari e interruzione delle vie linfatiche dirette verso il cavo ascellare.
Sistema linfatico sottoascellare
La comparsa di un edema dopo un intervento chirurgico è frequente, ma il gonfiore è destinato a scomparire gradualmente. Per questo motivo non deve essere confuso con il linfedema. Chiaramente una prima informazione al paziente sulla possibilità che insorga questa patologia da parte dell’oncologo è molto importante, in modo da dare al paziente stesso una guida all’evenienza: rivolgersi allo specialista per una diagnosi certa, base essenziale per un trattamento appropriato.
Segni e sintomi del linfedema
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Linfedema della gamba e del braccio
L’entità dei sintomi dipende dal grado del linfedema, che può essere lieve, moderato o severo. All’inizio il gonfiore è talmente lieve da passare quasi inosservato, poi il tessuto si gonfia e una leggera pressione lascia un piccolo solco sulla cute. Negli stadi più avanzati, il tessuto cutaneo spesso s’indurisce e potrebbero insorgere problemi cutanei complessi. Talvolta, la pelle si spacca per l’accumulo eccessivo di linfa nei tessuti o per il danno riportato dalla cute, e attraverso queste piccole lesioni fuoriesce un po’ di linfa. Nei casi più gravi l’arto si deforma, con conseguenti limitazioni nella capacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana.
Linfedemi avanzati del braccio e della gamba
Il trattamento e la gestione del linfedema
Il trattamento del linfedema ha lo scopo di ridurre il volume dell’arto interessato e migliorarne la funzionalità, alleviare i sintomi, prevenire l’ulteriore ristagno di linfa e l’insorgenza di infezioni. In seguito al trattamento, il gonfiore dovrebbe ridursi e i sintomi dovrebbero migliorare, ma in taluni casi ci potrebbero volere settimane o mesi prima di notare un vero e proprio miglioramento. L’obbiettivo è quello di migliorare la qualità della vita del paziente.
Occorre informare il paziente di come prendersi cura della cute, eseguire gli esercizi, fare i massaggi e anche applicare i tutori elasto-compressivi. Alcuni trattamenti, come la resso terapia devono essere effettuati giornalmente per dare migliori risultati.
Il trattamento del linfedema che interessa un braccio o una gamba consiste in:
• cura della cute per prevenire lesioni e infezioni;
• massaggi manuali, il cosiddetto linfodrenaggio, per facilitare il deflusso della linfa;
• applicazione di tutori elasto-compressivi e bendaggi compressivi (terapia contenitiva);
• Pressoterapia sequenziale
• esercizi di respirazione profonda da inserire nella routine quotidiana;
• esercizi specifici per migliorare il flusso della linfa e favorirne il drenaggio (terapia motoria);
Esempi di bendaggio
Esempi di linfodrenaggio manuale
Pressoterapia al braccio
Pressoterapia alla gamba
I risultati migliori si ottengono se i trattamenti sono iniziati precocemente, sono eseguiti con costanza e regolarità e proseguiti nel tempo.
Immagini a confronto prima e dopo trattamento
La pressoterapia sequenziale nel linfedema
E’ una metodica utilizzata in ambito medico per esercitare un massaggio sugli arti, inferiori e superiori, nella direzione periferia (piede o mano) – centro (anca o spalla), o in termini medici nella direzione distale –prossimale.
Ciclo sequenziale
E’ necessario che le sacche interne siano perfettamente allinate e parallele, ma sopratutto è importantissimo che siano PARZIALEMENTE SOVRAPPOSTE, affinchè non si creino dei vuoti tra due sacche contigue quanto si gonfiano.
Sacche pneumatiche interne parzialmente sovrapposte
E’ importante inoltre che la pressione all’interno dei settori in cui sono suddivisi i bracciali ed i gambali sia perfettamente omogenea al fine di evitare qualsiasi ristagno o discontinuità. Il sistema DASC garantito da Fisiopress permette ciò attraverso un sofisticato meccanismo interno all’apparecchiatura che mette in comunicazione tutti i settori man mano che si gonfiano, in modo tale che l’aria, fluendo da un settore all’altro mantiene perfettamente omogenea la pressione in tutti i settori gonfi.
Sistema di connessione interna all’apparecchiatura D.A.S.C.


Bracciale professionale
In ambito domiciliare il paziente può eseguire anche tutti i giorni il trattamento seguendo quelle che sono le indicazione del suo medico di base o dello specialista.



Esempi di sistemi di pressoterapia domiciliare