Le apparecchiature professionali ad uso domiciliare che Fisiopress propone sono due :
La presenza di tre modelli proviene essenzialmente analizzando le differenti esigenze applicative e pratiche che i vari operatori possono avere in base, soprattutto, alle patologie trattate.
Vediamo, innanzi tutto, le caratteristiche di questi apparecchi: che hanno in comune e ciò che li diversifica.
CARATTERISTICHE COMUNI A TUTTI GLI APPARECCHI
Partiamo dalle caratteristiche comuni che sono il punto di forza dei progetti Fisiopress:
- Ciclo realmente sequenziale
- Sacche interne parzialmente sovrapposte
- D.A.S.C. (Distribuzione A Settori Comunicanti)
- Visualizzazione o grafica della pressione realmente applicata

Il termine realmente è stato aggiunto a sequenziale per differenziare questo ciclo (riconosciuto come valido in ambito della letteratura scientifica internazionale) da altri che ad esempio gonfiano un settore alla volta (gonfiaggio del primo settore, gonfiaggio del secondo settore e sgonfiaggio del primo, gonfiaggio del terzo settore e sgonfiaggio del secondo, ecc….).
SACCHE COMPRESSIVE PARZIALMENTE SOVRAPPOSTE


Da un punto di vista manutentivo, la struttura interna ai terminali che mantiene le sacche parzialmente sovrapposte permette la loro semplice sostituzione senza dover cambiare tutto il terminale sa una di esse, con il tempo si usura, permettendo perciò una cura dello stesso con costi irrisori.
La sostituzione della sacca pneumatica è un’ operazione semplice, facile ed immediata ed è eseguibile dallo stesso operatore che utilizza l’apparecchio senza alcun costo aggiuntivo per un tecnico specializzato o lunghi tempi di attesa. L’immediata disponibilità delle sacche di ricambio è da anni una prerogativa Fisiopress e motivo di vanto per l’Azienda e di soddisfazione per il cliente.

VISUALIZZAZIONE DELLA PRESSIONE REALMENTE APPLICATA
CARATTERISTICHE CHE DIFFERENZIANO LE TRE APPARECCHIATURE PROFESSIONALI AD USO DOMICILIARE
I tre sistemi professionali si differenziano esclusivamente per il numero di uscite e, perciò, per il numero di settori in cui è diviso il terminale (Gambale o Bracciale):
- APPARECCHIO FP 4 - 6 USCITE
- APPARECCHIO FP 4/8 - 8 USCITE
Quindi ciascun apparecchio ha i suoi terminali specifici a 6 o 8 settori di suddivisione.
Il progetto delle tre apparecchiature corrisponde a ben specifici criteri derivanti da esigenze applicative legate al tipo di problematica del paziente, dalla frequenza di lavoro e dal budget di spesa disponibile.
CRITERI DI SCELTA DEI DIVERSI MODELLI. QUALE SCEGLIERE ?
Il primo criterio di valutazione reale di un apparecchio, relativamente al numero di uscite e alla suddivisione in settori dei suoi terminali, è immediato: maggiore è il numero dei settori e più omogeneamente viene applicata la pressione e maggiore è l’efficacia.
Poiché, però, diverse sono le problematiche da affrontare e diverse le esigenze operative, andiamo più nel dettaglio pratico, tenendo conto, come sottolineato nei paragrafi precedenti, che tutti gli apparecchi, aldilà del numero delle uscite, hanno le stesse caratteristiche funzionali.
Valutiamo l’apparecchio da scegliere secondo il problema da affrontare.
In genere questi problemi sono raggruppabili in queste 4 categorie:
- gambe gonfie, ritenzione idrica, cellulite, disturbi venosi
- edemi venosi e/o linfatici
- linfedema dell’arto inferiore
- linfedema dell’arto superiore (braccio grosso)
Sono situazioni diverse che richiedono soluzioni diverse: se siete seguiti da un buon medico specialista sarà lui ad indicarvi la terapia o, meglio, le terapie da utilizzare e l’apparecchio più idoneo a garantirvi buoni risultati, ma se avete piacere di farvi voi stessi una idea di ciò che serve, provate a seguirci.
GAMBE GONFIE, RITENZIONE IDRICA, CELLULITE, DISTURBI VENOSI
Tutti questi problemi vengono spesso rilevati e vissuti come problemi di natura estetica dalle persone giovani. E’ corretto, anzi correttissimo !!!
Ma un conto è come si vive un problema, altro è come si risolve.
Il problema, anzi, usando il termine giusto, la patologia è medica ed il trattamento deve essere altrettanto!
COSA OCCORRE FARE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE E MANTENERE I BENEFICI NEL TEMPO ?
Spingere i fluidi che ristagnano, sangue venoso e liquidi interstiziali, lungo la loro direzione naturale (fisiologica): il sangue venoso verso il cuore ed i liquidi verso le zone di scarico. Inoltre il sistema compressivo deve essere tale da poter riequilibrare le pressioni che regolano il meccanismo dei liquidi infra ed intra cellulari.
Si può capire come un buon apparecchio di pressoterapia possa avere un ruolo fondamentale: occorre quindi acquisire un sistema che sia progettato e costruito per esercitare le azioni sopra descritte. Dovrà perciò avere le seguenti caratteristiche:
- Ciclo realmente sequenziale
- Sacche pneumatiche interne parzialmente sovrapposte
- Distribuzione omogenea della pressione (Sistema D.A.S.C.)
- Almeno 4 settori di uscita
EDEMI VENOSI E/O LINFATICI
Questi problemi (patologie) nascono da un non corretto funzionamento del sistema venoso (difficoltà del sangue a ritornare dalla periferia del corpo, arti inferiori e superiori, al cuore) e da un non corretto funzionamento del sistema linfatico periferico. Il sistema linfatico scorre pressoché parallelamente al sistema venoso e si preoccupa di trasportare prodotti di scarico cellulare (liquidi e proteine) ai “punti di raccolta” (linfonodi dell’ inguine o dotto toracico) per essere successivamente scaricati. Gli edemi venosi e linfatici provocano gonfiore, indolenzimento e pesantezza e tendono ad essere cronici peggiorando nel tempo. Gli specialisti consigliano pressoterapia, linfodrenaggio, bendaggio e calze elastocompressive.
COSA OCCORRE FARE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE E MANTENERE I BENEFICI NEL TEMPO ?
Spingere i fluidi che ristagnano, sangue venoso e linfa, lungo la loro direzione naturale (fisiologica): il sangue venoso verso il cuore e la linfa verso i collettori di scarico (linfonodi dell’ inguine per gli arti inferiori e dotto toracico per gli arti superiori).
Si può capire come un buon apparecchio di pressoterapia, se serio e ben progettato, possa avere un ruolo fondamentale all’interno del protocollo terapeutico integrato: occorre quindi acquisire un sistema che sia progettato e costruito per esercitare le azioni sopra descritte. Dovrà perciò avere le seguenti caratteristiche:
- Ciclo realmente sequenziale
- Sacche pneumatiche interne parzialmente sovrapposte
- Distribuzione omogenea della pressione (Sistema D.A.S.C.)
- Almeno 4 o 6 settori di uscita
LINFEDEMA ARTO INFERIORE
Il linfedema dell’arto inferiore può essere congenito o insorgere per svariate cause, forse non ancora tutte ben definite e studiate, tra cui anche quelle chirurgiche con l’asportazione di tutti o parte dei linfonodi dell’inguine. Il problema (patologia) è comunque cronico e deve essere combattuto con un trattamento che prevede pressoterapia, linfodrenaggio, bendaggio e calze elastiche.
COSA OCCORRE FARE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE E MANTENERE I BENEFICI NEL TEMPO ?
Spingere la linfa che ristagna lungo la propria direzione naturale (fisiologica) e cioè verso i relativi collettori di scarico: in particolare i linfonodi dell’ inguine per gli arti inferiori.
Si può capire come un buon apparecchio di pressoterapia, se serio e ben progettato, possa avere un ruolo fondamentale all’interno del protocollo terapeutico integrato: occorre quindi acquisire un sistema che sia progettato e costruito per esercitare le azioni sopra descritte. Dovrà perciò avere le seguenti caratteristiche:
- Ciclo realmente sequenziale
- Sacche pneumatiche interne parzialmente sovrapposte
- Distribuzione omogenea della pressione (Sistema D.A.S.C.)
- Almeno 6-8 settori di uscita
LINFEDEMA ARTO SUPERIORE (LINFEDEMA SECONDARIO)
Il linfedema dell’arto superiore o linfedema secondario è normalmente una conseguenza di una operazione di mastectomia al seno (asportazione parziale o totale dei linfonodi sotto ascellari) o di un successivo trattamento radiante che purtroppo danneggia i linfonodi presenti. Può svilupparsi dopo breve tempo dopo la chirurgia o i trattamenti, come dopo molti anni a causa di una puntura di insetto o di una spina (rosa o atra pianta del genere) o di uno sforzo eccessivo o prolungato.
Tale linfedema è uno dei più delicati da trattare e richiede il meglio della tecnologia a disposizione.
COSA OCCORRE FARE PER MIGLIORARE LA SITUAZIONE E MANTENERE I BENEFICI NEL TEMPO ?
Spingere la linfa che ristagna lungo la propria direzione naturale (fisiologica) e cioè verso i relativi collettori di scarico: in particolare è il dotto toracico che raccogliere la linfa da scaricare.
Si può capire come un buon apparecchio di pressoterapia, se serio e ben progettato, possa avere un ruolo fondamentale all’interno del protocollo terapeutico integrato: occorre quindi acquisire un sistema che sia progettato e costruito per esercitare le azioni sopra descritte. Dovrà perciò avere le seguenti caratteristiche:
- Ciclo realmente sequenziale
- Sacche pneumatiche interne parzialmente sovrapposte
- Distribuzione omogenea della pressione (Sistema D.A.S.C.)
- Almeno 6-8 settori di uscita